giovedì 18 ottobre 2007

Il pensiero invidioso

"Com’è facile distruggere la cosa che amiamo!

Con quale rapidità si leva tra noi una barriera, basta una parola, un gesto, un sorriso! Salute, umore e desiderio gettano un ombra e quel che era lucente si fa tedioso e monotono. Attraverso l’usura noi ci logoriamo e ciò che era netto e limpido diviene confuso.

I rapporti umani sono complessi e difficili.

Sebbene ci piacciono stabili, durevoli, continui, i rapporti umani sono un movimento, un processo che va pienamente e profondamente ascoltato e non costretto ad uniformarsi ad una schema intimo o esteriore. La conformità perde il suo peso soltanto quando vi sia affetto. L’affetto nei rapporti umani è un processo di purificazione che ci rivela. Senza questa rivelazione i rapporti umani hanno ben poco significato.

Ma come ci dibattiamo contro questa rivelazione! La nostra lotta contro la rivelazione assume varie forme: dominio o subordinazione, timore o speranza, gelosia o accettazione e così via interminabilmente.

Noi riempiamo i nostri cuori delle cose che pensiamo e così abbiamo il cuore vuoto. E’ la mente che lo afferra, che è invidiosa che tiene e distrugge. Noi non amiamo, ma aneliamo ad essere amati; diamo per ricevere che è la generosità della mente e non del cuore."

Tutte le volte che leggo questa pagina di Krishnamurti resto sconcertato per la disarmante semplicità di queste parole.

Sarà poi così stupendamente semplice?

E non ce ne siamo mai accorti? Almeno io.

Non so, ma anche solo per oggi, voglio crederlo.

Buona giornata,

Contronatura


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